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Manutenzione
Questo sito è compreso di forum nel quale un tecnico con oltre 30 anni di esperienza nella costruzione, allestimento e manutenzione delle barche,  risponde alle tue domande per aiutarti a risolvere i problemi in materia.
 
 
Resine e gelcoat: conosciamole

Con quest’articolo vorrei portare a conoscenza di tutti coloro i quali s’interessano di barche e manufatti realizzati con resine poliestere e non solo, le nozioni necessarie per riuscire a capire cosa utilizzare per un eventuale intervento sulla propria barca. Non tutti però sono disposti a intervenire sui problemi, a volte non si ha la manualità giusta per farlo, ma almeno si può capire come va eseguito il lavoro ed eventualmente indirizzare chi lo farà. Capita che chi ci sta di fronte, non sia un grande tecnico e che non conosca le piccole ma “grandi” differenze sui materiali da utilizzare. Purtroppo, non avendo alternative, siamo costretti ad affidare il lavoro a costui. Questo è un buon motivo per spingere un velista-motorista, a documentarsi bene per avere una buona conoscenza e capire, laddove il tecnico non arriva, la tecnica e il materiale da utilizzare per risolvere il problema.

Poliestere:

Sono materie plastiche ottenute per policondensazione di due prodotti, alcool polibasico, “Glicole etilenico” e un acido polivalente, “l’acido maleico".

Resine poliestere:

Sono comprese tre tipi di resine con caratteristiche diverse, ortoftalica, isoftalica e diciclopentadiene, difficile a dirsi ma si usa chiamarle in sigla: Orto; Iso, DCPD.

Le resine poliestere termoindurenti, raggiunto lo stato solido dopo la miscelazione dei due componenti, (resina+catalizzatore) non si possono più fondere perché hanno ottenuto una struttura reticolare. E’ la più usata in assoluto, si utilizzata anche per la produzione di vernici, ed è molto infiammabili. Queste resine sono a bassa densità, possono essere miscelate, reticolate, rinforzate con fibre di vetro o tessile per produrre materiali compositi ad alta resistenza u.v. e chimica. Utilizzati nella cantieristica navale e per la produzione di manufatti come serbatoi, arredi, docce e vasche per bagni, e tanto altro.

Resina ortoftalica tissotropica:

E’ la resina comunemente usata per la stratificazione di lana di vetro e stuoia verso la quale ha un grande potere bagnante con buone caratteristiche meccaniche, tende ad assorbire umidità e ha poca elasticità. E’ la più economica, viene usata in quasi tutti i settori nella produzione di manufatti, insieme all’isoftalica sono le più usata nelle costruzioni nautiche.

Resina Isoftalica:

E’ una resina per la stratificazione di mat e stuoie di vetro con indice di assorbimento d’acqua molto basso, buona flessibilità e ottima resistenza agli aggressivi chimici. Usata per la costruzione d’imbarcazioni ma anche per tavole da surf, manufatti destinati al riempimento o all’immersione, come serbatoi d’acqua, rivestimenti anticorrosivi di vasche, e in tanti altri settori. È impiegata per la realizzazione di manufatti in cui è richiesta la particolarità sopra citata come balestre elastiche, stecche per vele, carenature per il mercato automobilistico e motociclistico, ecc. Viene usata anche per lavorazioni in trasparenza perché incolore e di aspetto limpido, rimanendo esternamente molto liscia e lucida e non ingiallisce nel tempo. Per tutte queste caratteristiche ha superato così la resina ortoftalica.

Resina DCPD (diciclopentadiene):

Sono resine insature stirenate con base DCPD, di caratteristiche particolari, con  minor resistenza meccanica, ma contiene meno stirolo quindi ottima bagnabilità; un basso picco esotermico e bassa viscosità; usate nelle costruzioni ad iniezione ed infusione indicata per la cantieristica navale.

Altre resine

Resina fenolica:

Sono anche queste, resine ottenute dalla condensazione tra due elementi. In questo caso l’Aldeide Formica e il Fenolo. Questa resina è stata la prima materia plastica messa in commercio nel primo decennio del secolo scorso, ed era stata chiamata Bachelite, poi “Formica”. Questi materiali fanno parte sempre dei termoindurenti, cioè dopo raggiunto lo stato solido dato dalla miscelazione dei due componenti, non si possono più fondere perché hanno ottenuto  una struttura reticolare. Si possono utilizzare con temperature che arrivano fino a 120-130° circa, mentre se bruciano, non infiammano, ma se ne vanno in fumo carbonizzando direttamente. Hanno una resistenza meccanica mediocre e sono utilizzate per la produzione di compensati marini, perché resistenti agli agenti atmosferici, utilizzati anche per plastificare e rivestire.

Resina vinilestere:

E’ una resina da usare con lo stesso procedimento di lavorazione del poliestere, ma di alto livello per quanto riguarda la resistenza meccanica, termica e chimica, ma paragonabile alle resine epossidiche. Ha una grande resistenza al calore. È utilizzata per la lavorazione con fibre di carbonio e kevlar nella cantieristica navale da competizione su scafi ad alte prestazioni, per la costruzione di marmitte ed altri componenti automobilistici. Usata anche per la prevenzione dell’osmosi e costruzione di serbatoi per contenuti chimici nell’industria petrolifera, proprio per la capacità d’isolamento dei liquidi.

Gelcoat e la sua composizione

Per la composizione del gelcoat è necessaria l’aggiunta alla resina poliestere, di pigmenti e paste coloranti coprenti o trasparenti. I primi garantiscono la conservazione del colore nel tempo; mentre le paste servono a dare una colorazione al prodotto finale. In base alla qualità del pigmento usato e della pasta colorata, determinerà la qualità del gelcoat prodotto. I pigmenti sono resi in polveri finissime tali da poter essere miscelate perfettamente alla resina affinché non rimangano particelle separate in sospensione, evidenziate poi nella stesura del prodotto sulla parte trattata.

Gelcoat ortoftalico:

E’ il tipico gelcoat industriale, il più comune che troviamo in commercio, composto appunto con resina poliestere ortoftalica. Può avere l’aggiunta di cariche inerti, applicabile a pennello, a rullo o a spruzzo, ha una buona lavorabilità, di facile carteggiatura e si distende molto bene. E’ usato dove non sono richieste specifiche resistenze agli agenti chimici. 

Gelcoat isoftalico:

La composizione di questo tipo di gelcoat è a base di resina isoftalica usata per ottenere un prodotto con elavate caratteristiche fisico-chimiche, ottime proprietà meccaniche, grande resistenza agli agenti atmosferici, raggi U.V. ecc. Inoltre garantisce ottima impermeabilità alla vetroresina. Per tutte queste caratteristiche ha ottenuto l’omologazione RINA e la certificazione della LLOYD’S REGISTER OF SHIPPING nella costruzione d’imbarcazioni di ogni genere. Inoltre è stato omologato per la realizzazione di manufatti per alimenti, come serbatoi per liquidi, celle frigo e furgonature.

Gelcoat neopentilico:

Rappresenta il massimo dei gelcoat poliestere, usato dalla cantieristica industriale per grosse imbarcazioni da 15 a 30 metri e da competizione. Garantisce il massimo della resistenza ai raggi UV, brillantezza e assenza di processi d’ingiallimento per molti anni. La perfetta impermeabilità dello scafo e coperta, garantisce l’assenza della formazione dell’osmosi, e altissima resistenza chimica.
 
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